Accadde oggi: 27 novembre 1976 Domenico Adinolfi batte Vasco Faustinho

Rimpiazzare un campione come Giulio Rinaldi non era certo semplice e questa impresa toccò ad un altro pugile del Lazio. Si chiamava Domenico Adinolfi e in pratica lui chiuse la carriera del pugile di Anzio mettendolo ko sul ring del Palazzetto romano. Era però un Rinaldi sul viale del tramonto, protagonista di incredibili battaglie, ma stanco di combattere. Adinolfi divenne quindi campione italiano dei mediomassimi nel 1970 e si rivelò un degno successore sia come campione italiano che come campione europeo nel 1974, mantenendo il titolo per due anni circa distruggendo i malcapitati sfidanti. Adinolfi era nato a Ceccano e insieme a Domenico Tiberia, welter, aveva formato un tandem invidiato nel mondo pugilistico degli anni ’70. Il dominio europeo di Domenico durò fino a quando all’orizzonte era apparso Mate Parlov, un fuoriclasse che da dilettante aveva vinto tutto: dal campionato europeo al mondiale e all’oro olimpico. La sfida avvenne nel 1976 a Zagreb e Adinolfi perse per arresto del combattimento con una decisione che avvenne all’11mo round e apparve molto affrettata. Il ciociaro tra l’altro aveva faticato ad entrare nei limiti di peso, per cui decise di fare il rientro tra i massimi il 27 novembre 1976 a Latina contro il brasiliano Vasco Faustinho, una sorta di giramondo, però da non prendere mai sottogamba per la sua velocità e astuzia. Il match fu seguito con molto interesse dal pubblico. Adinolfi dimostrò grazie anche ad una prova convincente di poter dire la sua tra i colossi. Diventerà campione italiano e arriverà ad una sfida europea nel 1982 con il campione Lucien Rodriguez a Parigi. La sconfitta fu onorevole e ai punti, ma convinse il pugile di Ceccano ad appendere i guantoni al chiodo con un record di 51 vittorie, 9 sconfitte, 3 pari e 1 no contest.

(alb)

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